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Arriva la Primavera… che fretta c’era?

Attenzione al cambio di stagione: tempo di controllare la pressione.

Foto di anvel da Pixabay
Foto di anvel da Pixabay
Anche se non c’è fretta, come ricorda la celebre canzone di Loretta Goggi. la Primavera arriva sempre... e quest’anno sembra anche in anticipo. Già da metà febbraio, infatti, l’inverno pare aver ceduto il passo alla dolce stagione. Mimose in fiore, weekend in spiaggia e temperature in netto aumento per la gioia di grandi e piccoli.

Ma siamo proprio sicuri che l’arrivo delle belle giornate porti con sé solo gioia e sorrisi?

I termometri che si alzano all’improvviso potrebbero provocare degli sbalzi di pressione sul nostro organismo.

In primavera, a causa delle maggiori ore di luce e delle temperature più miti, specie in presenza di ondate di precoce caldo estivo, i vasi si dilatano e la sudorazione (= perdita sodio) aumenta , provocando un abbassamento della pressione arteriosa. La controprova è che se l’estate è interrotta anche soltanto per un paio di giorni da una perturbazione che porta un po’ di fresco, i valori pressori salgono immediatamente.

Il fenomeno può procurare qualche fastidio, soprattutto negli over 65, come stanchezza, nausea, debolezza e mal di testa, portando in casi estremi allo svenimento.

La spossatezza che arriva con i primi caldi non è quindi frutto dell’immaginazione, né dipende dall’aver lavorato troppo nei mesi precedenti. Infatti, quando la colonnina di mercurio sale e le giornate si allungano, la pressione arteriosa mattutina e quella diurna scendono in modo sensibile, determinando la stanchezza che giustifica il detto secondo cui in “Aprile è dolce dormire”.

Il fenomeno è stato rilevato da diversi studi in passato (Season, temperature and blood pressure: a complex interaction) dimostrando una relazione molto precisa fra le condizioni ambientali e la pressione, che scende in media di 0,14 punti per ciascun grado di temperatura in più registrato durante il giorno.

A questo calo si aggiunge poi quello dovuto alla maggior durata delle giornate nella bella stagione: il rialzo pressorio tipico della mattina, infatti, si riduce di oltre mezzo punto per ciascuna ora di luce in più.

Un’altalena termica che può comportare degli effetti poco rigeneranti sul nostro corpo, tra cui spossatezza, raffreddori e problematiche a carico dell’apparato respiratorio per coloro che non soffrono di particolari patologie.
Per gli ipertesi e (in generale) per tutti i malati cronici, invece, il cosiddetto “mal di primavera” potrebbe presentarsi con una serie di particolari disturbi, quali palpitazioni, tachicardia, ipertensione, cefalea ed emicrania.

Al fine di scongiurare scenari preoccupanti bisogna allora prestare particolare attenzione al controllo della pressione arteriosa regolando le terapie al passo delle stagioni.

Molti medici già riducono le dosi ai loro pazienti quando inizia la stagione calda, proprio per evitare cali di pressione eccessivi, che possono portare a cadute particolarmente pericolose negli anziani. Ma queste modifiche dovrebbero affiancarsi a un monitoraggio più attento la primavera e l’estate. Infatti, sebbene in questi mesi i valori siano generalmente più bassi, possono comunque esserci variazioni individuali.

Inoltre, la pressione notturna ha un andamento diverso rispetto a quella registrata di giorno, e tende a salire con l’aumentare del numero di ore di luce. Questo probabilmente è dovuto al fatto che in estate si è più attivi fino a sera, e anche questo deve essere tenuto in considerazione nel dosare la terapia.

Bisogna allora tenere sotto controllo la pressione arteriosa, evitare i pasti troppo pesanti, (dieta equilibrata) che impegnano il sangue per la digestione, provocando un ulteriore abbassamento della pressione, e gli sforzi, muovendosi con prudenza soprattutto dalla posizione accovacciata a quella eretta.

A tavola, limitare molto il sale, che favorisce la ritenzione idrica, peggiorando i sintomi, e bere molto, ma non bevande ghiacciate, che possono provocare disturbi gastrointestinali e bruschi abbassamenti della pressione. Inoltre... tanti i buoni motivi per preferire frutta e verdura di stagione... anche nel nefropatico.

La disidratazione mette a rischio il rene ed il cuore: gli anziani avvertono meno la sete, quindi è bene stimolarli a bere anche se non lo ritengono necessario. Mantenere idratate le mucose, che se troppo secche rendono più facili le infezioni. (Cosa e come bere per non disidratarsi!)

Attenzione anche agli alcolici, che acuiscono la vasodilatazione, già in atto per il caldo.

Prudenza nelle gite in montagna: in alta quota, per mantenere i tessuti ben ossigenati, il cuore è costretto ad aumentare la frequenza dei battiti, affaticandosi; ma non sottovalutare l’importanza delle brevi passeggiate o dello stretching casalingo (Dieta e sport: la prevenzione comincia già dall’infanzia).

Stop agli abusi di aria condizionata: mai superare una differenza superiore ai 15 gradi fra interno ed esterno, evitare i getti d’aria fredda su zone del corpo, che provocano contrazioni muscolari, e prevedere abbigliamento consono per fronteggiare ogni sbalzo di temperatura

Al termine di questi pratici consigli su come affrontare questo particolare momento dell’anno, in cui si tende a dormire un po’ meno, si ha più voglia di fare, di uscire e stare all’aria aperta, ricordo l’importanza di non trascurare eventuali indizi di malessere e riposare per recuperare le energie… affinché la “stagione bella” sia effettivamente una “bella stagione”


Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD
Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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Fax: 06.81151095
Visualizza il documento Novel insights into the association between seasonal variations, blood pressure, and blood pressure Collegamnto esterno Seasonal Blood Pressure Changes
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