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Ipertensione e COVID19. ESC: “non interrompete le terapie”

Le speculazioni sulla sicurezza dei farmaci per la pressione in relazione a COVID-19 non hanno basi scientifiche o prove a sostegno.

Foto di Yerson Retamal da Pixabay
Foto di Yerson Retamal da Pixabay
I pazienti con ipertensione hanno maggiori probabilità di contrarre COVID19?
Gli ipertesi COVID19 hanno maggiori probabilità di aggravarsi o morire?
ACE-Inibitori e Sartanici aumentano il rischio ?


Per rispondere a queste domande servirebbe uno studio di coorte prospettico con tassi di incidenza di COVID19 confrontando i pazienti esposti con o senza ipertensione ma, pur non potendo trarre conclusioni definitive, attualmente non sembra assolutamente potersi confermare nessuna di queste evenienze.

Circa il 15-30% dei pazienti con COVID19 di tutti i pazienti finora riportati in letteratura presentava ipertensione e di questi solo una parte potrebbe essere stato in trattamento con ACE-inibitori o Sartani.

L'European Society of Cardiology (ESC) ha emesso una dichiarazione in cui esorta medici e pazienti a continuare il trattamento con questi farmaci alla luce di una ipotesi secondo cui tali agenti potrebbero aumentare la rischio di sviluppare COVID-19 e/o peggiorarne la gravità.

La preoccupazione sorge dall'osservazione che il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 che causa COVID-19 si lega all'enzima di conversione dell'angiotensina-2 (ACE2) per infettare le cellule, e sia gli ACE-inibitori che i Sartanici aumentano i livelli di ACE2. Questo meccanismo è stato teorizzato come un possibile fattore di rischio per contrarre l'infezione da COVID-19 e peggiorarne la gravità in un articolo pubblicato l'11 marzo su Lancet Respiratory Medicine in cui gli autori ipotizzavano un'associazione tra i farmaci e la diffusione virale.

Immediata la reazione mediatica e "l'amplificazione relativa ai social media" suscitando preoccupazione e, in alcuni casi, anche l'interruzione delle terapie da parte dei pazienti.

Ma il 13 marzo, il Council on Hypertension of the European Society of Cardiology (ESC/CHTha respinto le preoccupazioni definendole come assolutamente “speculative”.

Ad oggi, infatti, non solo non sappiamo se se esista un'associazione tra ACEi / Sartani e COVID19, ma neanche -se ne ce ne fosse una- quale sarebbe la direzione dell'associazione con questi farmaci (benefica o dannosa?), ed eventualmente di che entità.

Tanto è vero che, paradossalmente, è stato anche ipotizzata una azione protettiva dalle lesioni polmonari acute della malattia., per cui è in partenza tra gli altri uno studio START-LOSARTAN.

"Si raccomanda vivamente che medici e pazienti continuino il trattamento con la loro solita terapia antiipertensiva - ha affermato il prof. Giovanni de Simone, presidente del ESC-CHT - perché non ci sono prove cliniche o scientifiche che suggeriscano che il trattamento con ACE-inibitori o Sartani debba essere interrotto a causa dell'infezione da COVID-19"

Questi farmaci, infatti, non riducono solo la pressione sanguigna, ma hanno effetti benefici cardio/neuro e nefro-protettori: l'interruzione di questi farmaci potrebbe aggravare queste condizioni.

Inoltre il paziente avrebbe bisogno di una prescrizione alternativa, di visitare farmacie e potrebbe anche aver bisogno di controllo con indagini di laboratorio o visite mediche per assicurarsi che i farmaci sostitutivi funzionino: tutti atteggiamenti da proscrivere in tempi di isolamento sociale per contenere la diffusione del virus.

Poiché questo è un argomento in evoluzione, continueremo ad aggiornarci quando verranno portate alla nostra attenzione nuove prove… Stay tuned as new data become available!!!

 
Sources:
The Coronavirus Conundrum: ACE2 and Hypertension Edition (16 Marzo 2020)
Visualizza il documento Are patients with hypertension and diabetes mellitus at increased risk for COVID-19 infection? PDF Collegamnto esterno Position Statement of the ESC/CHT on ACE-I and Angiotensin Receptor Blockers
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