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Personaggi: Mario Veronesi (Mirandola, 20 Settembre 1932- 12 giugno 2017).

L'uomo delle start up: geniale imprenditore pioniere della dialisi.. e non solo.

Fotografia
Mario Nino Veronesi (20 Settembre 1932- 12 giugno 2017) per gli amici Jim Toro rappresenta una delle figure piu emblematiche nella storia della dialisi.

Figlio di Renzo, medico condotto, e di Lara Grilli, casalinga, si laurea in farmacia a Bologna e intraprende la professione di informatore medico scientifico per una multinazionale statunitense.

Nel 1958 acquista, facendosi prestare i soldi dalla locale Cassa di risparmio, la farmacia di Mirandola; ma per quanto abbia esteso la sua attività su tre province, si sente “chiuso” in questo mestiere e aspetta la giusta occasione... pronto a coglierla.

“L’imprenditore cerca il cambiamento,  lo sfrutta come una oppurtunità”.

Ed ecco allora l’intuizione: un giorno ascolta un suo amico chimico parlare di alcuni prodotti biomedicali in plastica. Quelle parole gli riportano alla mente la situazione critica che aveva conosciuto nelle sue visite ai reparti come rappresentante farmaceutico.
Il personale medico utilizzava dei tubi di lattice in gomma, i quali ultimato un trattamento, erano sottoposti a sterilizzazione per consentirne il reimpiego. Questa procedura, però, era causa di frequenti infezioni forse per l’arretratezza degli strumenti di sterilizzazione (in genere a vapore) o procedure errate.
Proprio come uno startupper della moderna new economy, Mario Veronesi inizia a realizzare i primi prodotti monouso in PVC nel proprio garage, avvalendosi dell’aiuto di tre operai.

Da "farmacista2 ad "imprenditore/innovatore" il passo è breve ma ancor più sorprendente la successiva evoluzione in "imprenditore seriale" (leggi).

Infatti ecco alcune delle aziende fondate dal riconosciuto padre del distretto biomedicale di Mirandola oggi sede del Polo Tecnologico a lui intitolato: a queste andrebbero sommate tutte quelle indotte (si stima circa un centinaio di aziende con 5mila occupati e un miliardo di euro come giro d’affari).
  • Miraset: Intuendo che prodotti “usa e getta”sterilizzati all'origine avrebbero potuto rappresentare un'innovazione di successo, nel 1962 avvia una produzione artigianale nel garage della propria abitazione, fondando la società Miraset con soli tre dipendenti. La Miraset si occupa effettivamente solo dell'assemblaggio di componenti, prodotti su disegno da officine della zona. L’attività di questa aziendina va subito molto bene e da tre gli operai passano nel giro di breve tempo ad una dozzina e dal garage l’attività viene spostata nel suo appartamento.
  • Sterilplast: Nel novembre 1964 con il contributo di alcuni amici tra cui c'è sempre un compagno di università, Carlo Gasparini, muta la ragione sociale dell'azienda in Sterilplast, società per azioni. Con 15 dipendenti inizia ad assumere una connotazione industriale, trasferendosi in una struttura appropriata dove inizia la produzione in proprio di molti dei componenti necessari. Con tale azienda vengono prodotti tubicini per la fleboclisi ed, in seguito inizia la produzione di sonde, sondini e cateteri, che vengono commercializzati anche in Germania.
  • Dasco: Raccogliendo i suggerimenti di alcuni medici padovani, Confortini e Galati, nel 1966 mette assieme un gruppo di tecnici meccanici ed elettrotecnici ai quali chiese di sviluppare un rene artificiale, ad imitazione di un prodotto americano non ancora brevettato, in pochi mesi riusce a realizzare il primo rene artificiale. Il successo è mondiale: viene fondata così la Dasco (“Dyalisis Apparatus Scientific Company” ovvero “DA SCOprire”) come divisione della Sterilplast. Le innovazioni tecnologiche firmate dall’azienda mirandolese consentono il primo trapianto di rene e altri importanti sviluppi nei trattamenti dialitici. A causa dei forti ritardi cronici nei pagamenti da parte delle strutture sanitarie nazionali, Veronesi si rende conto di non poter competere con le multinazionali e nel 1969 cedette il controllo della Dasco (ormai con olttre 300 dipendenti) alla casa farmaceutica svizzera Sandoz. Negli anni settanta fu avviata una collaborazione con l'azienda statunitense Bentley specializzata nei dispositivi monouso per la cardiochirurgia a cuore aperto. La Dasco venne poi acquisita dalla Sandoz Pharmaceuticals, in seguito dalla svedese Gambro, a sua volta acquistata dall'americana Baxter International.
  • Bellco: Nel 1973, con l'appoggio degli amici-investitori storici e con le risorse finanziarie ricavate dalla vendita della Dasco, Veronesi fonda la Bellco (“BELLa COmpagnia”) per produrre con una sessantina di dipendenti sistemi di dialisi in concorrenza con la Dasco proponendo non piu sistemi centralizzati (fino a 24 postazioni tecniche con i “vasconi”) ma preparatori singoli in grado di personalizzare il trattamento dialitico. Riduce al minimo i tempi di startup grazie anche all'assunzione di un nutrito gruppo di tecnici esperti della concorrente. Il successo dell'operazione, con la quale riesce ad azzerare il proprio debito (lasciato in "eredità" al nuovo proprietario della Dasco), lo convincono a ripetere l'operazione nel 1977 con la vendita della Bellco al gruppo ENI. Dal 2016 la Bellco fa parte del gruppo Medtronic.
  • Dideco: Veronesi riparte di nuovo con una nuova azienda, la Dideco (DIsposable DEvice Company ovvero "DIeci DElla COmpagnia"), operante tuttavia in un settore del biomedicale parallelo e totalmente innovativo in Europa: sistemi ossigenatori per cardiochirurgia, autotrasfusione e plasmaferesi. Lo stabilimento viene costruito nel 1984, 250 i dipendenti. Oramai la vocazione di Veronesi è quella di creare aziende. Così nel 1986 cede la Dideco al gruppo Pfizer.
  • Mallinckrodt Dar (DAR): Nel 1986 fonda con il 45% del capitale la Darex (successivamente ribattezzata Dar a seguito di una disputa legale con un'omonima società americana che produceva tappi di plastica) in concorrenza con Dideco. Ma inventa anche un mercato che prima non esisteva, quello dei "circuiti disposable per la respirazione sia in anestesia che in rianimazione". Ancora una volta, dopo un nuovo successo imprenditoriale con un nuovo stabilimento e 280 dipendenti, la Dar viene venduta nel 1994 al colosso Tyco-Mallinkrodt, che la rinominò in Mallinckrodt Dar. La Dar è attualmente denominata Medtronic Covidien Mallinckrodt Dar.
  • Starmed: Fondata nel 2003 assieme all'amico Libero Luppi e concentrata principalmente nello sviluppo di dispositivi medici monouso per ventilazione non invasiva. Emblematico della categoria una sorta di «casco» da palombaro trasparente super tecnologico per l'insufficienza respiratoria.
Veronesi, proprio per l’amaro destino di doversi sottoporre egli stesso a dialisi, negli ultimi anni di vita si dedica allo sviluppo della dialisi domiciliare; mai sazio di lavorare, anche se vede  pochissimo e non cammina quasi più.

Un imprenditore davvero anomalo e geniale, l’antitesi del padre-padrone: «Non ho mai avuto più del 25% del capitale delle mie aziende, il resto era dei miei collaboratori, chi obbedisce non è creativo. Siamo gente unica al mondo per la capacità di inventare prodotti e di fare ricerca, ma non siamo bravi a gestire il mercato».

«Ho un solo rimpianto - dichiara in una delle sue ultime conversazioni («niente interviste telefoniche») - non aver parlato bene l’inglese, ma so di aver dato una seconda vita a chi soffriva di insufficienza renale e che prima della dialisi era destinato a morire».



Bibliografia
Mauro Castelli, Mario Veronesi. Il biomedicale? Sono io in Numeri uno, Milano, Il Sole 24 Ore, 2002. ISBN 88-8363-425-X
Mario Veronesi, Roberto G. Rolando, La plastica della vita, Italcards, 2001.
Franco Mosconi, Fabio Montella (a cura di), Dal garage al distretto. Il biomedicale mirandolese, Bologna, Il Mulino, 2018.
Visualizza il documento Storia del biomedicale.pdf Collegamnto esterno Intervista al Dott. Mario Veronesi.
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