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Una tazzina di caffe allunga la vita.

Confermati gli effetti protettrici della caffeina anche per le persone malate di reni.

Image by Harald Funken from Pixabay
Image by Harald Funken from Pixabay
La  caffeina (1,3,7-trimetilxantina) è uno dei componenti presenti in molteplici farmaci e non solo nel caffè. Fra i suoi principali meccanismi d’azione si include l’inibizione dell’enzima fosfodiesterasi e dei recettori dell’adenosina mentre attiva i recettori della rianodina con una serie di azioni su tutti gli organi.

E’ ormai risaputo che la caffeina può avere un effetto benefico preventivo in alcune condizioni fisiologiche o patologiche e non necessariamente tossico. Ciò è dovuto da vari fattori come il dosaggio, un’esposizione cronica, fattori genetici ed enzimatici e il consumo concomitante di farmaci.
Come già riportato in uno studio dell’Università di Messina condotto dal Dott. Bolignano Caffeine and the kidney: what evidence right now?” da una revisione della letteratura si mettono in luce pareri contrastanti per quanto riguarda l'effetto prolitiasico di questa sostanza, mentre è meno controversa, oltre che più facilmente osservabile, la sua azione diuretica.

Secondo i risultati di uno studio pubblicato a Giugno su American Journal of Medicine gli adulti sani che abitualmente consumano una o più tazze di caffè al giorno possono così ridurre il rischio di malattia renale cronica (vedi)

Ma per gli amanti della tazzina un’altra ottima notizia arriva dal Portogallo dove un gruppo di ricercatori coordinati dal Dott. Miguel Bigotte Vieira riportano che il consumo di caffeina può aiutare a ridurre il rischio di morte per le persone con malattia renale cronica.

Il lavoro (“Caffeine consumption and mortality in chronic kidney disease: a nationally representative analysis”) pubblicato in questi giorni su Nephrology Dialysis Transplantation si basa sull’ipotesi che l’effetto protettivo della caffeina potrebbe essere correlato ad effetti a livello vascolare della caffeina attraverso sostanze come l'ossido nitrico.

"Una relazione inversa tra consumo di caffè e mortalità è stata riportata nella popolazione generale” riferiscono gli autori “Tuttavia, l'associazione tra consumo di caffeina e mortalità nei pazienti con malattia renale cronica (IRC) rimane incerta. Abbiamo analizzato 4863 adulti americani con malattia renale [definita da una stima della velocità di filtrazione glomerulare (eGFR) di 15-60 ml / min / 1,73 m2 e / o di albumina urinaria: rapporto creatinina> 30 mg / g] utilizzando il DataBase del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 1999-2010 dividendoli in quartili di consumo di caffeina:
  • <28,2 mg / giorno (Q1),
  • 28,2-103,0 (Q2),
  • 103.01-213,5 (Q3)
  • e> 213,5 (Q4) "
I pazienti che hanno consumato mediamente più caffeina hanno presentato una riduzione di quasi il 25% del rischio di morte per un follow-up mediano di 60 mesi.

"Il nostro studio ha mostrato un effetto protettivo del consumo di caffeina tra i pazienti con malattia renale cronica afferma il nefrologo Bigotte Vieira.- i pazienti con malattie renali che bevono più caffeina potrebbero vivere più a lungo.”

Sebbene questo effetto benefico debba essere confermato da ulteriori studi (anche randomizzati! ndr), rappresentando un'opzione semplice, clinicamente vantaggiosa e poco costosa, potrebbe essere senza esagerazione essere ben consigliata".

Ce lo prendiamo un caffè?
 
Visualizza il documento Caffeine consumption and mortality in chronic kidney disease: a nationally representative analysis.p Collegamnto esterno Bere il caffè fa bene ai reni.
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