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Emergenza climatica e rene: vecchie e nuove patologie alle porte.

Malattie renali in crescita con l'aumento delle temperature. Tra endemiche ed emergenti, trasmissibili e non trasmissibili, spunta anche la prima tecnopatia legata al riscaldamento globale!

Foto di Quang Nguyen vinh da Pixabay
Foto di Quang Nguyen vinh da Pixabay
È ufficiale: luglio, tra incendi e ondate di caldo, è stato il mese più caldo mai registrato a livello mondiale.
 
Lo ha confermato in questi giorni Copernicus, il sistema di monitoraggio terrestre dell'Unione Europea.

La temperatura media del mese, infatti, è risultata superiore di 0,72°C rispetto alla media delle analoghe mensilità del periodo 1991-2020, e addirittura di 0,33°C rispetto al precedente mese più caldo, ovvero l’indimenticabile luglio del 2019. Si stima che la temperatura media del mese sia stata circa 1,5°C superiore alle medie dell'era pre-industriale (1850-1900).
 
Un’ampia letteratura suggerisce che il riscaldamento globale sia un fattore di rischio per lo sviluppo e la diffusione delle malattie renali, sia trasmissibili (infettive) e non.
 
Tra quelle non trasmissibili, l’aumento del rischio di calcoli renali e l'insufficienza renale acuta da disidratazione sono tradizionalmente associati alle tipiche temperature estive.
 
L’aumento del rischio di calcoli renali è una conseguenza del ridotto volume urinario a causa della disidratazione che determina una sovrasaturazione urinaria; mentre l’insufficienza renale acuta può risultare non solo come conseguenza diretta dell’ipovolemia ma anche, indirettamente, per la sovrapposizione di infiammazione e rabdomiolisi determinate dall'esposizione al calore estremo.
 
Episodi ricorrenti acuti di disidratazione e calcolosi possono poi cronicizzare (Malattia RenaleCronica); inoltre, i soggetti con malattia renale corrono un rischio maggiore di progressione uremica verso gli stadi più avanzati di malattia per i colpi di calore.
 
Oltre all’aumento della temperatura dell’aria, si prevede che i cambiamenti climatici ridurranno anche la qualità e la disponibilità di acqua potabile, aumentando la frequenza dei periodi di siccità, incrementando i carichi inquinanti in caso di forti piogge e alterando il prezioso ciclo vitale dell’acqua.

La contaminazione delle riserve idriche potrebbe incidere sullla prevalenza di malattie diarroiche legate all’acqua (schistosomiasi, tifo, colera, etc) [vedi Malattie trasmissibili attraverso l’acqua | ISS] e di quelle trasmesse da vettori [vedi Malattie trasmesse da vettori | OMS], come la leptospirosi, che possono causare a loro volta disidratazione, ipovolemia e sofferenza renale acuta.
 
Anche la Malaria e la Dengue sono malattie trasmesse da vettori [vedi Malattie trasmissibili e cambiamento climatico | WWF] prevalenti nelle regioni più calde dell'emisfero che possono causare glomerulonefriti, lesioni tubulari e insufficienza renale. Queste malattie trasmesse  spesso da zanzare, zecche o altri organismi che trasportano un agente infettivo da un animale infetto all'uomo, rappresentano una preoccupazione particolare per i paesi caldi a basso e medio reddito,  in cui sono endemiche e dove le strategie di prevenzione potrebbero avere costi proibitivi. Ma a causa del riscaldamento terrestre anche le regioni più fredde correranno il rischio della loro diffusione.
 
Persino alle nostre latitudini la “tropicalizzazione”sta facendo registrare in questi giorni una recrudescenza di casi di Malaria, la conferma della cosiddetta “Febbre del Nilo” e una nuova emergenza di Dengue autoctona; senza contare la minaccia della Febbre Emorragica con Sindrome Renale (HFRS), una malattia causata da Hantavirus trasmessi dai roditori tra le pricipali cause di insufficienza renale in Estremo Oriente, in particolare in Cina. La diffusione della HFRS è associata all'aumento della temperatura dell'aria e delle precipitazioni, pertanto, ci si aspetta che il cambiamento climatico favorirà la trasmissione della malattia in molte nuove aree "fredde".
 
Una delle conseguenze future dell’ondata di caldo di quest’estate è probabilmente una malattia di cui poche persone hanno sentito parlare...
 
Documentata per la prima volta tra i lavoratori della canna da zucchero di El Salvador 21 anni fa, pertanto definita come nefrite interstiziale cronica nelle comunità agricole o Nefropatia Mesoamericana, ora nota come Malattia Renale Cronica non tradizionale (MRCnt) tende a manifestarsi tra i lavoratori “all’aperto”, impiegati per turni estenuanti in condizioni di caldo torrido, con una progressiva ed inesorabile perdita della funzionalità renale.

La MRCnt ha ucciso almeno 20.000 persone in America Centrale da quando è stata identificata per la prima volta, e probabilmente altre decine di migliaia in altre parti del mondo, ... essenzialmente ovunque nsi trovi la giusta combinazione di caldo, umidità e duro lavoro.
 
Secondo uno studio pubblicato nel 2016 nel CJASN, i casi di MRCnt sono in aumento, contribuendo a quella che è probabilmente la prima malattia professionale al mondo causata dai cambiamenti climatici, una malattia che, come l’asbestosi o la silicosi, può e deve essere prevenuta con l’aggiunta di standard di sicurezza sul lavoro.
 
A partire dalla considerazione di come su questo tema sia necessario, in primo luogo, diffondere conoscenza fra i lavoratori, i datori di lavoro e fra tutte le figure della prevenzione, si arriva in Italia al Progetto Worklimate coordinato da INAIL e CNR-IBE

Un ampio programma di sviluppo di attività per l’analisi dell’impatto del cambiamento climatico sulla salute e sicurezza del lavoro e per la predisposizione di strumenti di intervento raccolti in un unico documento che consente di disporre di una guida pratica e di facile consultazione disponibile in rete.

 
Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD
Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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Tel.: 338.5996136
Fax: 06.81151095
 

 
Guida informativa per la gestione del rischio caldo – Progetto Worklimate Leggi anche:
Visualizza il documento Climate Change and the Kidney | Annals Nutrition & Metabolism Collegamnto esterno The impact of climate change on kidney health | Nature Reviews Nephrology
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