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Malattie renali: le bibite zuccherate aumentano il rischio!

Un nuovo studio mette sotto accusa le bevande gassate “amare” per il rene.

Foto di elvacarter123 da Pixabay
Foto di elvacarter123 da Pixabay
Negli ultimi dieci anni il consumo di bevande zuccherate (soft drinks) appare in costante aumento in quasi tutti paesi europei e, nella dieta americana, rappresenta ormai la maggiore fonte di zucchero aggiunto (fino al 25% delle calorie assunte quotidianamente!) considerando che una lattina in media contiene 140-150 calorie e 35-38 grammi di zucchero. Anche nel resto del mondo, specialmente nei paesi in via di sviluppo, questa tendenza assume una crescita esponenziale a causa del marketing delle aziende produttrici e della estesa urbanizzazione delle zone rurali.

Si parla delle cosiddette “sugar-sweetened beverages” (SSBs), che comprendono:
  • bibite gassate,
  • bibite analcoliche,
  • caffè/tè zuccherati,
  • bevande aromatizzate alla frutta,
  • bevande energetiche o vitaminiche,
tutte caratterizzate dalla aggiunta di calorie edulcoranti come concentrati di succhi di frutta, saccarosio e sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.

La loro eccessiva assunzione è un fattore di rischio ormai noto - soprattutto sulla popolazione femminile e su quelle anziana e pediatrica - per lo sviluppo di condizioni come l'obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari; tutti elementi fondamentalmente implicati nella insorgenza e progressione delle malattie renali.

L'ipotesi avanzata dai ricercatori, però, è che queste bevande abbiano anche un effetto diretto sui reni, causando ulteriori disordini metabolici e infiammazione cronica, in grado di modificare in modo negativo la prognosi a medio e lungo termine.

A conferma di questa teoria è stato recentemente pubblicato un articolo da un gruppo di nefrologi della Huazhong University of Science and Technology di Wuhan basato sulla analisi della popolazione NHANES, dal 1999 al 2014 comprendente 82091 persone di cui 4696 affette da malattia renale.
Il NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) è un'indagine a campione biennale su un campione della popolazione civile non istituzionalizzata degli USA condotta dal National Center for Health Statistics dei Centers for Disease Control and Prevention.
 
Non più di una lattina a settimana” era stata la conclusione di un altro studio, pubblicato da medici della Harvard University di Boston in collaborazione con l’Università del Sacro Cuore di Roma, realizzato sulla stessa popolazione del NHANES registrandone, questa volta, regolarmente i consumi alimentari in relazione allo sviluppo di calcolosi renale.

Invece una maggiore probabilità di sviluppare la malattia renale cronica in relazione all’elevato consumo di SSBs era già stata provata da un lavoro condotto dai ricercatori del Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora , che aveva valutato l’incidenza della malattia renale in una popolazione di circa 3000 persone osservate per quasi 10 anni. In questo lavoro gli autori suggerivano che le bevande zuccherate, oltre che nocive per la salute, possono creare dipendenza.

Le bevande zuccherate da tempo sono sotto accusa per le conseguenze negative sulla salute (non solo renale!) e numerose sono le raccomandazioni di supporto per limitarne il consumo, con particolare impegno ai bambini.

E poi le bibite gassate e i succhi di frutta confezionati sono anche dannose per la dieta… un motivo in più per farci attenzione!


Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD
Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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Visualizza il documento Patterns of Beverages Consumed and Risk of Incident Kidney Disease Collegamnto esterno Sugar-sweetened beverage consumption and mortality of chronic kidney disease (NHANES)
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