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Influenza: il vademecum sulla vaccinazione del nefropatico.

Dosaggi e tempi diversi ma l'immunizzazione rimane una componente prioritaria della prevenzione.

Foto di Myriams-Fotos da Pixabay
Foto di Myriams-Fotos da Pixabay
L’immunizzazione è uno dei più grandi successi in sanità pubblica del XX secolo.

Secondo i dati OMS i vaccini hanno impedito almeno 20 milioni di morti tra il 2010 e il 2019, e molti altri milioni di vite sono state protette dalla sofferenza e dalla disabilità associata a malattie come la polmonite, la diarrea, la pertosse, il morbillo e la poliomielite, per citarne alcune.

In coincidenza dell’avvio della campagna vaccinale antinfluenzale viene pubblicata sull‘American Journal Kidney Disease una pratica guida alla vaccinazione per i pazienti nefropatici in cui Karen M. Krueger, Michael G. Ison, e Cybele Ghossein (infettivologi e nefrologi della Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago) riassumono lo stato dell’arte di questo attuale argomento.

La maggior parte delle linee guida per i pazienti con insufficienza renale cronica si concentrano sull'importanza dei vaccini contro l'epatite B, l'influenza e lo pneumococco oltre alle immunizzazioni tipiche di ogni età. Infatti, sebbene le risposte ai vaccini siano nei nefropatici alterate e i dosaggi e timing siano ancora oggetto di studio, le immunizzazioni rimangono una componente prioritaria nella prevenzione per i loro profili di sicurezza favorevoli e l'elevato tasso di infezione in questi pazienti.

In particolare per quanto concerne la Sindrome Influenzale:
  • Il vaccino stagionale inattivato deve essere somministrato ogni anno ai soggetti affetti da insufficienza renale cronica in tutti gli stadi di malattia (anche in dialisi)
  • Tutti i pazienti sottoposti a trapianto, i loro contatti stretti e gli operatori sanitari che si prendono cura di loro dovrebbero immunizzarsi con vaccino antinfluenzale inattivato ogni anno
  • Il vaccino antinfluenzale inattivato ad alte dosi è raccomandato per pazienti, anche trapiantati, di età pari o superiore a 65 anni
  • La vaccinazione dovrebbe essere somministrata da 3 a 6 mesi dopo il trapianto o un trattamento di rigetto con farmaci altamente immunosoppressivise un'epidemia locale richiedesse un vaccino prima si dovrebbe prendere in considerazione una dose di richiamo da 4 a 6 settimane dopo la dose iniziale
Per quanto invece riguarda la Polmonite Pneumococcica:
  • L'immunizzazione pneumococcica è raccomandata per tutti i pazienti con insufficienza renale cronica e per quelli trattati con dialisi periodica
  • L'immunizzazione pneumococcica è raccomandata per i soggetti affetti da sindrome nefrosica o per quelli che necessitano di terapia immunomodulante
  • Tutti i destinatari di un trapianto devono ricevere PCV13 (pneumococcal conjugated vaccine) e PPSV23 (pneumococcal polysaccharide vaccine) secondo le attuali raccomandazioni ACIP
  • La somministrazione periodica del vaccino pneumococcico deve essere consigliata al compimento del 65 anno di età, anche nel trapiantato.

Sebbene molto rare sono state riportate in letteratura malattie glomerulari o transitori insulti acuti associati ad immunizzazione, ma questi eventi scompaiono a confronto dell'enorme vantaggio che i vantaggi apportano anche in termine di funzione renale.

I vaccini svolgono un ruolo importante nella protezione delle persone da varie malattie infettive e devono essere considerati sicuri, anche per il rene!


Dottor Emiliano Staffolani, MD, PhD

Specialista in Nefrologia ed Ipertensione Arteriosa
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Tel.: 338.5996136
Fax: 06.81151095
 
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