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Ipertensione arteriosa e litiasi renale: una strana coppia!

La calcolosi renale è considerata sempre più una malattia sistemica complessa. Le persone soggette a coliche renali hanno un maggior rischio cardiovascolare.

Image by Andreas Riedelmeier from Pixabay
Image by Andreas Riedelmeier from Pixabay
La nefrolitiasi, oltre ad essere per sé stessa un fattore di rischio indipendente per l’insufficienza renale cronica (IRC) e la miocardiopatia ischemica, è frequentemente associata con malattie metaboliche-endocrine, l’osteoporosi o l'ipertensione arteriosa.

Terminato Ottobre, mese promosso dalla Fondazione Italiana del rene (FIR) come il mese della prevenzione della calcolosi renale con lo slogan:
L’urologo tratta, il nefrologo previene”,
si conferma il ruolo centrale del nefrologo nella gestione della diagnosi e terapia medica della calcolosi renale.

La litiasi pielo-ureterale, al di fuori delle note e dolorose acuzie (coliche), è una malattia cronica che necessita di una cura e gestione nel tempo anche nelle sue fasi silenti principalmente rivolta alla prevenzione sia delle recidive e della progressione dell’IRC che del danno d'organo cardiovascolare e della compromissione dello stato osseo.

Questo atteggiamento richiede sempre più un approccio multidisciplinare ed integrato tra il nefrologo, il nutrizionista, l'urologo ed il medico di medicina generale.

L’associazione tra Ipertensione Arteriosa e Nefrolitiasi è stata descritta per la prima volta nel 1965 da Tibblin e più recentemente ben definita da Cupisti nel 2014. Diversi studi osservazionali hanno in questi anni segnalato un rischio ipertensivo nei pazienti soggetti a coliche renali ma nessuna metanalisi era stata utilizzata per esaminare la relazione prima di quella pubblicata dai nefrologi della University of Science and Technology di Wuhan (PRC) analizzando 2327 casi da 85 articoli selezionati dai principali Database di PubMed, EMBASE e Cochrane Library fino al 18 marzo 2017.

Statisticamente l'OR dell'ipertensione, pur aggiustata alle multivariate all'interno delle 9 popolazioni di studio, variava tra 1,24 e 1,96, con un OR rettificato globale di 1,43 (IC 95%, 1,30-1,56). Una significativa eterogeneità veniva inoltre osservata (I2 = 83,5%, P <0,001) ma confermava definitivamente l’associazione con i calcoli renali, soprattutto per le donne.

Le potenziali ragioni?
  1. le alterazioni del metabolismo del calcio possono avere un ruolo importante nella patogenesi sia della nefrolitiasi che dell'ipertensione.
  2. i tratti della sindrome metabolica sono fattori altamente prevalenti nei pazienti ipertesi e in quelli con calcoli renali, quindi l'insulino-resistenza può essere un meccanismo patofisiologico comune.
  3. la IRC è una condizione che può verificarsi più frequentemente nei pazienti affetti da nefrolitiasi e nei pazienti ipertesi.
  4. l'infiammazione e lo stress ossidativo sono stati recentemente ipotizzati come possibili legami tra la “malattia della pietra” e l'ipertensione.
Sempre più studi dimostrano, inoltre, come i calcoli renali aumentino il rischio di malattia coronarica e quindi di infarto; infatti, ricercatori del CIC-UCSC di Roma già nel 2013 avevano accertato come a parità di altri fattori di rischio (dieta, diabete, ipertensione, tabagismo, obesità o resistenza insulinica, ipercolesterolemia e sedentarietà) sosprattutto le donne che hanno manifestato storia di calcolosi urinaria hanno un rischio cardiovascolare aumentato di circa il 30% (History of kidney stones and the risk of coronary heart disease).

Concludendo:
  • “La calcolosi renale è una conseguenza di disordini complessi, quali alterazioni metaboliche-urinarie, malattie sistemiche, malattie ereditarie renali o extrarenali che portano alla formazione e crescita dei calcoli renali”.
  • “La calcolosi renale è una malattia complessa e poligenica, nella quale la predisposizione genetica individuale e familiare (con polimorfismi genetici), le abitudini alimentari ed i fattori dietetici, l'ambiente e lo stile di vita, si intrecciano e ne determinano l’espressione e l’evoluzione clinica nel tempo”.
  •  “La visita nefrologica con lo studio metabolico urinario e la terapia medica sono elementi importanti da integrare con la visita e le terapie urologiche per una appropriata gestione clinica della calcolosi renale e prevenzione delle sue recidive, intese sia come episodi di colica renale che di ricomparsa e di crescita dei calcoli renali”.
Visualizza il documento Nephrolithiasis and risk of hypertension.pdf Collegamnto esterno Linee Guida per la nefrolitiasi
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